Slow Food

Ristorante Slow Food

Il Ristorante Le Copertelle fin dalla Sua nascita, nel 1989, ha adottato un tipo di ristorazione che negli anni si è poi riconosciuta nel movimento ”Slow Food”, il movimento internazionale per la tutela e il diritto al piacere. Il Ristorante “Le Copertelle”, nel suo piccolo, ha avuto sempre l’obiettivo di puntare sulla biodiversità e sulle produzioni alimentari tradizionali ad essa collegate. Una cultura del cibo che cerca di rispettare l’ecosistema, il piacere del cibo e la qualità della vita per gli uomini. Il nostro modello alimentare tende ad essere rispettoso dell’ambiente, delle tradizioni e delle identità culturali dell’entroterra marchigiano. Il Ristorante, situato nel tranquillo Centro Storico di Serra San Quirico, è l’ambiente ideale per “gustare” il legame indissolubile tra i nostri piatti tipici ed il modello di vita “slow” di questo spicchio d’Italia.

Ma che cosa è “Slow Food”?

“Slow Food è il movimento per la tutela e il diritto al piacere.
Slow Food promuove, comunica e studia la cultura del cibo in tutti i suoi aspetti.
La sua mission è:
EDUCARE al gusto, all’alimentazione, alle scienze gastronomiche.
SALVAGUARDARE la biodiversità e le produzioni alimentari tradizionali ad essa collegate: le culture del cibo che rispettano gli ecosistemi, il piacere del cibo e la qualità della vita per gli uomini.
PROMUOVERE un nuovo modello alimentare, rispettoso dell’ambiente, delle tradizioni e delle identità culturali, capace di avvicinare i consumatori al mondo della produzione, creando una rete virtuosa di relazioni internazionali e una maggior condivisione di saperi.

Filosofia

La filosofia di Slow Food parte dalla riscoperta del piacere attraverso la cultura materiale. Il piacere è quello alimentare, dotto, sensibile, condiviso e responsabile. Per avvicinarsi a questa conquista, che deve essere di tutti, bisogna innanzi tutto riflettere sulla lentezza, recuperare ritmi esistenziali compatibili con una qualità della vita che deve essere totale. Non è un’eresia dire che il piacere alimentare – represso, riservato soltanto a Elite facoltose – va democraticamente perseguito per tutti nel mondo. Non è eresia lavorare perché anche i più poveri ne possano godere. Dire piacere alimentare significa ricercare le produzioni lente, ricche di tradizione e in armonia con gli ecosistemi; significa difendere i saperi lenti, che scompaiono insieme alle culture del cibo; significa lavorare per la sostenibilità delle produzioni alimentari e quindi per la salute della Terra e la felicità delle persone.
Il passaggio non è immediato, ma la storia di Slow Food lo dimostra. Da eno-gastronomi a eco-gastronomi, fino a porsi come neo-gastronomi alle prese con la cultura del cibo, in tutta la sua caotica complessità, che coinvolge le nostre vite e le vite di tutti in un intreccio di saperi e sapori che non riguardano soltanto il cibo, ma che da esso sono strettamente dipendenti. Slow Food è consapevole che uno dei nodi centrali, tra le sfide cui ci mette di fronte la post modernità, è il sistema di produzione, di distribuzione e di consumo del cibo. Stando dalla parte di chi produce, distribuisce e consuma in maniera buona, pulita e giusta il sistema può cambiare, e renderci tutti più felici, non frenetici, non omologati, non soli. Lentamente, Slow Food lavora per avere più bellezza, più piacere, più diversità nel mondo. Perché tutti possano godere del loro territorio e dei suoi frutti, perché tutti abbiano diritto alla propria libertà alimentare, in piena fratellanza e nel rispetto del pianeta su cui viviamo.